BLUE MONDAY, IL GIORNO PIU' TRISTE DELL'ANNO SI SUPERA CON UN METODO TUTTO TOSCANO

BLUE MONDAY, IL GIORNO PIU' TRISTE DELL'ANNO SI SUPERA CON UN METODO TUTTO TOSCANO

ECCO I CONSIGLI DEGLI CHEF PER SUPERARLO, CON PANE, OLIO E VINO

Come tutti gli anni ecco arrivare il periodo più triste dell’anno che ha il suo apice nel Blue Monday ossia il terzo lunedì del mese di gennaio. Il concetto di Blue Monday nacque il 24 gennaio 2005 quando lo psicologo inglese Cliff Arnall individuò, tramite un’equazione matematica, il giorno più triste dell’anno. Il perché di questa deprimente giornata risiederebbe in una lunga serie di concause tra cui le condizioni meteorologiche sfavorevoli, le giornate più corte, la fine dei festeggiamenti natalizi, il lavoro che è ricominciato freneticamente, il fallimento dei buoni propositi per l’anno nuovo, l’arrivo dei resoconti delle carte di credito del mese di dicembre in cui si è speso troppo, per non parlare dei chili presi nel periodo natalizio.

Al periodo più negativo dell’anno è però possibile sopravvivere prendendo delle piccole contromisure scaccia ansia e tristezza tutte made in Italy, anzi made in Tuscany. A dirlo sono lo Chef tre stelle Michelin, Massimiliano Alajmo e il sommelier Paolo Luciani, volto de “La Prova del Cuoco”.

Secondo lo Chef Alajmo la super-ricetta anti-tristezza sarebbe del buon “pane e olio”, meglio se entrambi toscani. Il pane dovrebbe essere di grande formato, così da riscoprire il piacere di spezzarlo in tavola e condividerlo. Il tutto si accompagna con un filo di Olio Extra Vergine d’Oliva “Toscano IGP” che permette di riappropriarsi dei sapori semplici e tradizionali.

Secondo il sommelier Luciani per superare questo periodo triste occorre recuperare la tradizione della merenda delle 17 e farla con vino e formaggio. “A metà pomeriggio – afferma Luciani – sostituiamo il tè, frutto di una colonizzazione anglosassone, con un buon vino e un buon formaggio, due fuoriclasse del Made in Italy che oggi sono sempre più una scelta edonistica, un piacere che devono avere più spazio sia a fine pasto, se proposti a calice al ristorante, che a casa, come merenda. Altro che aperitivino!”.

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